Raccolta stralci della stampa

Riferimento al Catalogo della Stampa dell'Archivio Nicola Ciletti presso la Biblioteca Provinciale di Benevento:

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A. Musco,

La mostra Ciletti, Cronaca di Napoli

in: "Lo Stato", anno VII, n.°113, 12-13 marzo 1929

La quarta mostra personale di pittura di Nicola Ciletti alla "Permanente" sta per chiudersi, e dire che l'esposizione del giovane e valentissimo artista è stato un autentico e schietto successo non meraviglierà chi conosce - ed il numero non è esiguo - il talento, la finezza sentimentale e la nobiltà di concezioni del distinto pittore meridionale.

Nicola Ciletti, per quanto si riveli un solitario dall'anima georgica, è da tempo simpaticamente noto nei circoli artistici e caro alla cittadinanza partenopea di buon gusto, per le precedenti sue mostre ove apparvero quadri finissimi come " La crocefissa ", e " La raccolta delle olive "; noto anche altrove per aver esposto alla Biennale di Venezia " Gli umili " un magnifico studio di psicologia.

Il suo ritorno, dopo quattro anni di lontananza e di silenzioso raccoglimento tra le sue vergini montagne del Sannio è stato perciò salutato con manifestazioni altamente lusinghiere, come una promessa dell'arte semplice e sana, senza orpelli e senza contorcimenti; e tutta Napoli artistica ed elegante è passata per la Permanente ammirando la bella copiosa produzione pittorica.

E più della metà dei sessantacinque quadri al momento in cui scrivo sono stati acquistati.

Nicola Ciletti non appartiene a nessuna scuola o conventicola: fa parte di se stesso.

[...] libero dalle deleterie celebrità del modernismo, ma tutto compreso dalla bellezza della natura maestra di verità.

Non i soliti panorami, non i soliti paesaggi, che costituiscono ormai il "cliché"...dei neofiti; ma figure, persone vive, che invitano il visitatore, anche profano e superficiale, a soffermarsi e ad ammirare, come: " Vetri di Murano ", " Il pensionato ", " Il custode del palcoscenico ", " Maternità ", " Dissidi familiari ". E v'è in alcuni quadri il paesaggio, ma esso e quasi nello sfondo, talvolta accennato, come in " Inverno ", " Sull'aia ",ed in quei due grandi e impeccabili: " Per le bestie ", " L'aratura ".

Astisti come Irolli, Cifariello, Casciaro, Balestrieri hanno espresso al giovane pittore la loro ammirazione e il loro compiacimento, non quel compiacimento ormai convenzionale come forma incoraggiatrice, che i grandi prodigano agli oscuri, ma ammirazione fervida e schietta, che poche volte prorompe così spontanea e luminosa. Ed il giudizio di un tanto areopago ci esime

da ogni altro commento.

Nicola Ciletti può e deve pretendere all'avvenire. In questi sensi gli giunga il nostro saluto augurale.

Per aspera ad astra.

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