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NICOLA CILETTI

…riflessi, luci, fuochi e bagliori

Presentazione della Mostra


La mostra, intitolata "Nicola Cilettiriflessi, luci , fuochi e bagliori…", si propone di far conoscere un aspetto sconosciuto e particolare dell’artista, attraverso trentasei opere, (ad olio, a pastello e un disegno a matita con lumeggiature), prevalentemente inedite e di piccolo formato, selezionate per il mirabile gioco di contrasti chiaroscurali, per le suggestive luci e doppie luci, quelle fredde e soffuse lunari e quelle calde delle lampade e delle lucerne che ardono … per i bagliori … per i riverberi …

I lavori esposti presentano un "universo" contrastante, vicino e lontano, antico e moderno, armonioso e caotico, pacato e drammatico, sussurrato e urlato, ma sempre carico di quella energia e di quella viva e calda passionalità, espressione del ricco mondo interiore dell’artista che, con la vibrazione del colore, la sicurezza e la forza della pennellata, la capacità di rendere "palpabili" sensazioni, emozioni e sentimenti, pur rimanendo nel solco della scuola pittorica napoletana del primo Novecento, con sorprendente modernità, riesce sempre a trasmetterci profonda poesia e un senso di commovente e palpitante umanità.

Come poemi che parlano all’anima con semplicità ed immediatezza le trentasei opere presentate "chiamano" lo spettatore ad "ascoltare" – per dirla con Ciletti – la voce del pittore, per sentirne fisicamente e indissolubilmente l’anima nelle sue pieghe più vere e più profonde, in un lavoro di "scavo", dall’abisso alla superficie, dal buio alla luce, che ci racconta di terribili solitudini, di interminabili attese, di laceranti silenzi, di strazianti incomunicabilità, di bellezze sfiorite, di armonie perdute, di fantasmi della mente, di attese tradite, di atmosfere sospese, ma, nello stesso tempo, ci apre alla speranza di calore umano, di bellezza rinata, di armonia ritrovata, di purezza incontaminata, di memoria recuperata.

Ai dipinti si accompagnano gli strumenti di lavoro dell’artista, (la sua tavolozza, la cassetta portacolori, i pennelli consunti) e alcuni documenti, epistolari e fotografici, che testimoniano la partecipazione attiva da parte di Nicola Ciletti alla vita culturale partenopea del tempo, quando fu accolto con calore nella cerchia di Salvatore Di Giacomo, che nutrì per lui particolari sentimenti di affetto e di stima.

Nelle riunioni presso il Caffè Gambrinus, vero e proprio punto di riferimento "dell’intelligenza" e degli artisti napoletani dei primi decenni del Novecento, o in quelle tenute presso il suo studio in via Pace, (già appartenuto a Domenico Morelli), Nicola Ciletti venne a contatto con esponenti di spicco della cultura nazionale quali Benedetto Croce, Matilde Serao, Edoardo Scarfoglio, Libero Bovio e con artisti del calibro di Vincenzo Gemito, Antonio Mancini, Michele Cammarano, Francesco Paolo Michetti e, ancora, Vincenzo Migliaro, Gaetano Irace, Pietro Scoppetta, Vincenzo Irolli, Carlo Siviero, Nicola Fabbricatore, Gaetano Chiaramonte, Achille D’Orsi, Giuseppe Casciaro, Eugenio Avolio, Raffaele Marino, Vincenzo La Bella.

Un cd-rom ripercorre, infine, buona parte dell’iter artistico e le tappe fondamentali della vita del Maestro.

Mai mostra d’arte, quindi, è stata così intimamente legata al titolo di questa Rassegna, e mai titolo di "Città Spettacolo" - Suite Novecento. Fuochi dalle armonie perdute - appare, in virtù di un qualcosa di arcano e di magico, di una armonia recuperata, di una illuminazione da parte di chi ne ha ideato il titolo, prendere spunto da una serie di lavori, mai conosciuti, di un artista che, come pochi, possiede la "demoniaca" capacità di scomporre i colori e di ricomporli mirabilmente attraverso guizzi di luce.

Sembra, pertanto, a distanza di decenni, che un filo doppio, come un vincolo segreto e indissolubile, torni a collegare nuovamente Nicola Ciletti alla sua terra e che , mediante luci, riflessi e bagliori, accenda un fuoco, ne siamo certi, destinato a illuminare e a riscaldare nel tempo.

 

Maria Cristina Donnarumma

Mario De Nicolais